LA DONNA CHE AMAVA I NUMERI, di Toni Jordan, edizioni Rizzoli.
Contare è il suo segreto. E la sua ossessione. Grace Lisa Vandenburg, 35 anni, di mestiere insegnante, non può fare a meno di calcolare ogni cosa: i passi necessari per coprire il tragitto da casa al suo bar preferito, i semi di papavero di cui è cosparsa la sua fetta di torta all'arancia, la lunghezza dieci centimetri esatti - della frangetta che lambisce il suo sguardo intelligente e inquieto. Perché in un mondo dove tutto, o quasi tutto, è divisibile per dieci, forse fanno un po' meno paura anche il caos e I fantasmi che si agitano dentro di lei.
Almeno fino a quando una variabile impazzita non fa deragliare la sua vita: è l'incontro con Seamus Joseph O'Reilly, 19 lettere nel nome, 26 fascinose rughette d'espressione attorno agli occhi, a spazzare via in un solo, spaventoso istante, anni di meticolosa routine. Ma neppure l'uomo del destino, bello, dolce, comprensivo e dotato di un invidiabile talento per la normalità, è in grado di guarire del tutto certe sue ferite. E di sciogliere quello speciale groviglio di nevrosi, paure e sottili follie che rende Grace - e ciascuna di noi - particolarmente unica, particolarmente amabile, irresistibilmente imperfetta.
L'esordio della scrittrice australiana Toni Jordan, è un inno alla gioia dell'essere noi stesse, una storia in cui tutto conta, ma soprattutto l'amore.
Fonte: www.ibs.it
PER ME: ho trovato questa storia tremendamente toccante, dove è palpabile la sofferenza ed il grande senso di solitudine di chi soffre di un grave disturbo Ossessivo Compulsivo; di come il mondo intorno non ti comprenda, di come le tue ossessione possano apparire follie agli occhi dell'altro e di come questo ti faccia sentire terribilmente diversa. Eppure Grace è riuscita a trovare il suo modo di stare in relazione, rischiando un pò e provando a gestire le sue terribili angoscie...questo libro è un inno al PROVARCI, al credere che con le proprie ossessioni si possa convivere, ed anche se queste prendessero il sopravvento, tu possa sempre essere fiera di averci provato.