Secondo l’approccio Schema Therapy i pazienti affetti da disturbo della personalità sviluppano strategie di coping disfunzionali, nella speranza di gestire i propri stati mentali ed emotivi.
Per strategie di coping si intende la modalità con cui ognuno di noi cerca di gestire eventi traumatici, momenti di crisi o situazioni stressanti della propria quotidianità. Quindi quei comportamenti che ci danno l’impressione di controllare l’emozione legata a quell’evento difficile.
Nei pazienti affetti da disturbo della personalità le strategie di coping spesso sono disfunzionali, di conseguenza dannose e non risolutive dello stato emotivo, anzi sembrerebbero favorire il più delle volte “trappole” comportamentali peggiorative dello stato mentale del paziente.
La riflessione che vorrei fare in questo breve articolo, ha a che fare con una modalità di reazione (che in questo caso immagino come una strategia di coping disfunzionale) spesso incontrata con pazienti affetti da disturbo Borderline di Personalità (DBP).
Nello specifico, mi riferisco all’utilizzo di comportamenti finalizzati ad un rapido appagamento personale, all’autoesaltazione delle proprie capacità e caratteristiche individuali, alla ricerca di consensi “facili” e virtuali ed all’acquisizione di status rappresentativi.
Questo insieme di comportamenti sembra essere utilizzato per favorire l’uscita da uno stato mentale spesso angoscioso e legato a tematiche di abbandono e di rifiuto.
Pone i pazienti a contatto con i vissuti traumatici (appunto frequentemente di abbandono e di rifiuto) sempre presenti nelle loro storie di vita, gettandoli in sentimenti di disperazione ed intollerabilità. Sembra che per alcuni la gestione di questo dolore passi attraverso strategie autodistruttive ed apparentemente consolatorie (abuso di sostanze,alcol, farmaci..etc) strategie legate a gesti impulsivi che abbiano come obiettivo la cessazione quanto più rapida del sentimento negativo.
Per altri invece, sembra che la strategia sia più complessa e spostata su un altro piano di gratifica.
In questi ultimi casi l’utilizzo di comportamenti egoriferiti ed autoesaltanti, sembra aiutare il paziente a passare da uno stato mentale abbandonico, ad uno più consolatorio, dove esiste un’idea artificiale di se’ come grandioso e speciale e quindi inabbandonabile.
Il meccanismo d’azione sembra essere quello di utilizzare uno stato mentale grandioso, una modalità narcisistica di vedere se stessi, come “sedativo psichico” dell’angoscia e dell’idea di in amabilità.
Per alcuni pazienti è la miglior strategia di coping alternativa all’autodistruzione ed all’annichilimento, come se fossero solo questi due i patterns di alternative in loro possesso, entrambi disfunzionali e nocivi, ma comunque gli unici.
Aiutare questi pazienti all’individuazione e poi messa in pratica di strategie più funzionali, è uno degli obiettivi terapeutici più importanti.
E’ spesso però ostacolato dalla disregolazione emotiva, caratteristica sempre presente, che “accende ogni emozione alla velocità della luce “tanto da non permettere un momento di riflessione e quindi di scelta più funzionale delle strategie da mettere in atto.
La psicoterapia Cognitivo Comportamentale, con tutte le tecniche spesso a lei affiancate (Schema Therapy, Mindfulness, Tecniche immaginative, etc) lavora in questa direzione, nell’aiutare questi pazienti a sviluppare strategie di coping più sane, basate su una corretta percezione si se’, su un' accettazione sana e non rassegnata dei propri limiti e su una maggior capacità di riconoscere gli stati mentali disfunzionali, per aumentare la possibilità di controllo emotivo..che inevitabilmente riduce il senso di inadeguatezza e di inamabilita’ di cui i nostri pazienti Borderline ci raccontano.
Per maggiori informazioni sul Disturbo Bordeline di Personalità e sul trattamento in ottica DBT contattare:
Dr.ssa Laura Galuppi
Psicologa e Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale
www.lauragaluppi.it
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